Racconto di Natale 2017


Avrei voluto scrivere un racconto di Natale: che - come ormai da qualche anno in occasione di queste feste - riassumesse, in una strenna per i Lettori, il lavoro e la ricerca dei trascorsi lunghi mesi.

Il 2017 è stato un anno "Sword & Sorcery", che ha visto nascere e sviluppare progetti in felice, proficua collaborazione con autori, editori e curatori di cui nutro somma stima. C'è uno spirito di squadra e volontà di guardare avanti, far qualcosa, per davvero, per questo genere di narrativa. Un pensiero in particolare va a colleghi e interlocutori praticamente quotidiani: Lorenzo Davia, Alessandro Iascy, Ivan Alemanno, Giorgio Majer Gatti, Jacopo Berti, Zeno Saracino, Kaoutar Dadi, Alessia Mainardi, Silvio Sosio, Alberto Henriet, Enzo Conti, Luca Mazza, Davide Del Popolo Riolo, Alex Reale, Mauro Longo, Samuel Marolla e... perdonate se ho dimenticato qualcuno: we are legion, finalmente.

E' stato l'anno di "Arabrab di Anubi" e di moltissimi racconti; l'anno - inoltre - della silloge "Zappa e Spada": un progetto editoriale a cui non ho partecipato ma che credo sarà miliare per il fantastico in Italia.

E' stato, al di fuori dell'ambito letterario, un anno di grande crescita per il mio club di Warhammer 40.000: in cui sempre condivido, con gli amici di sempre, il mio hobby da ormai trent'anni con inesausto entusiasmo. Una menzione per il mio party di roleplaying game: Bluana Pinna, Andrea Gamberini, Emanuele Montagna, Mirco Perugini, Michele Terenzi, Gregorio Bucci e ancora K.D.

Avrei voluto scrivere un racconto di Natale dedicato a tutto ciò: tuttavia mi è mancato il tempo, per non dire l'ispirazione.

Spero perciò di farmi perdonare con questo inedito, a tratti enigmatico frammento, del noto "Actus beati Francisci et sociorum eius" di Ugolino da Monte, che ho rinvenuto giorni fa in una biblioteca locale. Lo riporto con scrupolo filologico e con un paio di note al testo: che non spiegano comunque alcune strane, e temo ormai incomprensibili allusioni, a costumi o fatti d'epoca.

Buon Natale, miei Cari Lettori.


Ne lo anno del Segnore MDDXXIII, ne lo mese de decembre in Borgo Greccio dei Velita, multa neve ricopria le piane et valli et le cucuzzola, et Francesco et fratrii sua indugiavansi neghittosi.
Frate Bernardo, che già conobbe assai de li sollazzi de' le corti, et ivi giuocò sovente giuochi de scacchi, de dama et de filotto, poiché approssimavasi lo Santissimo Natale, et li fratrii già disponevansi al parecchiare de lo Presepio, egli, vedendo cotai depente figure cotte de buona argilla, disse:
«Facciamo noi adunque un gioco di coteste figurine, che valgano come iscacchi, et le si collochi et le si mova ne lo Presepio in obedientia a una loro regola: in memoranza di quella notte in cui li Magii, li pastori, l'Agnolo et la Stella, che noi anco faremo di argilla grigia et coceremo, salutarono Santo Iuseppe et Maria Vergine et natu Jesu.»
Et molto piacque ai fratrii cotesta propositione, et essi si formarono le figurine di humile terra, et cotte che fuereno le depensero cum peritia. Et formarono allo istesso modo la spelonca et mangiatoia, et le piaggie, et le dimore, et i colli et le boscaglie che fuereno in quei lochi ove nacque il Redentore. Et le armenta et le cammella.
Epperò sorse da subito magno et aspro dibattimento de la regola per le figure: ché siccome negli iscacchi hanno valentia i cavalieri, le torri et i prelati, possentissima est la reina et humilissimi li pedoni, così, varii allo istesso modo, dovieno essere li pastori, li Magi et lo bove et lo ciuchino.
Et Bernando propuose i Magi esser fortissimi ne lo presepio, sì da signoreggiare ogne altra figuretta. Poiché essi canoscevano di incantamenti.
«Como dunque vorrai essere lo Santo Iuseppe, se essi sono sì gagliardi?», disse a lui Fratre Egidio.
«Et voi volete forse che sie meno la Santissima Maria?», rispondevagli Silvestro.
Et Rufino dettò regola per l'Agnolo che era invero terribilissima, ché Pietro montò in ira che la figura era sgrava (1) troppo.
Ma la maggio et furiososissima cagion di alterco fra tutti i fratrii fue lo dettato dello istesso frate Francesco per la regola de la Stella, ché troppo era possente al confronto de l'altre tutte figure, poiché essa aveva bolla de volare, quasi che il Sancto Padre avesse ella recanosciuta et licentiata. Et fratrii tutti diceano ello:
«Tu sei bene nostra guida et nostro exemplo, pure hai da canoscere che codesto è assai possenteludere.» (2)
Ma ecco che in quella disputa venne Chiara soavemente, et puose ne la mangiatoia la figura de Jesu Putto.
Et ella disse loro cum dulcedo et cum fermezza:
«Gaudete, Christus est natus: et Egli havvi M 10 Ac 10 Ab 10 Fo 10 Re 10 Fe 10 I 10 A 10 et Ld 10, duo maggio invulneratus (3), et sempre lo suo dado puote essere rerollato cum vantaggio. (4)»
Et mostrasi tanto gentile et tanto honesta ai fratrii, et la regola de Jesu parve loro a tal segno giusta, che smisero la disputa et iocarono a lo Presepio.



(1) Probabile contaminazione slava del volgare umbro già attesta nel periodo delle incursioni vandaliche: da hrvat, "troppo forte rispetto a", nell'accezione di "sleale".
(2) T.G. Gamer, nel suo fondamentale saggio Fili de pute, iocate! - studi sul wargame nel XIII e XIV secolo, traduce questa espressione con il termine "powerplayer": mi mancano tuttavia le competenze per proporre una soluzione in italiano.
(3) W. Hammer, in Stas and Point Cost in the Middle-Aged Game, suppone che questa incomprensibile serie alfanumerica fosse in origine una nota a margine di un monaco wargamer e copista, in seguito erroneamente riportata in corpo al testo di Ugolino.
(4) Altra contaminatio; probabilmente da strofe sparse coeve (Codex Buranum STZ/GSS 20/16) dedicate al gioco di dadi in taverna.

Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

2 commenti:

  1. Per un momento leggendo il "frammento" ti avevo preso sul serio!
    Sui forum britannici e su reddit ho spesso letto di giocatori anglosassoni convinti che gli italiani siano predisposti a modellismo e wargame grazie alla tradizione del presepe :-D

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    1. E' il più divertente stereotipo razziale che abbia mai sentito! :-D

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