MINUTI CONTATI - Un'intervista


Intervista ad Alessandro Forlani

SPARTACO: Diamo il benvenuto ad Alessandro Forlani, guest star di Minuti Contati per il mese di aprile 2017. Autore di fantascienza, steampunk e horror, hai vinto il premio Urania nel 2011 con I Senza tempo. Docente di Sceneggiatura e Drammaturgia Multimediale e insegnante di Scrittura Creativa. Il Grande Avvilente è il tuo blog. Dimentico qualcosa?
 
Forlani: Accanito giocatore di ruolo, wargame e appassionato collezionista di miniature.
 
SPARTACO: Leggendo i tuoi libri si nota la passione per i diversi generi che spesso mischi. Ma come lettore, qual è quello che preferisci?
 
Forlani: Qualunque genere scritto bene.
 
SPARTACO: Quali sono i tuoi scrittori di riferimento?
 
 
SPARTACO: In Italia c’è qualche autore che dobbiamo assolutamente leggere?
 
Forlani: Ribadisco: Tommaso Landolfi.
 
SPARTACO: Da lettore apprezzo le contaminazione artistica. Mi piace essere stupito continuamente, ma io devo solo godermi un romanzo, non lo devo vendere. Lo stesso non vale per gli editori che sono notoriamente legati alle etichette. È difficile far valere le proprie idee?
 
Forlani: Riguardo ai contenuti mai avuto nessun problema. Riguardo alla mia lingua (il mio stile, i neologismi, il mio “desueto”, “compiaciuto” e “difficile” vocabolario (sic)) a volte mi è stato chiesto di “appiattire” la mia scrittura.
 
SPARTACO: Da cosa nasce la voglia di avere un blog? C’entra qualcosa la necessità di avere una fan base?
 
Forlani: Aprii il blog nel 2008 per promuovere il mio primo romanzo (Tristano; recentemente riproposto da Delos Digital), ma subito mi divertii a pubblicarvi altri racconti, saggi, articoli… Oggi i miei editori mi impongono l’inedito, quindi il Grande Avvilente è soprattutto una vetrina. Ho pochi visitatori e ancor meno commentatori: come fan base trovo più utili i socialnetwork. Ho segnalato alcuni titoli di colleghi che ho apprezzato ma ho evitato il più possibile di pubblicare recensioni (solo una volta, se ben rammento), perché credo che la blogsfera abbia generato troppa confusione fra critica letteraria (se ancora la si pratica) e semplicissima opinione.
 
SPARTACO: Qual è l’opera che meglio ti rappresenta?
 
Forlani: Ad oggi credo due: Clara Hörbiger e l’Invasione dei Seleniti (romanzo steampunk in sei puntate) e la space-opera baroquepunk Eleanor Cole delle Galassie Orientali (entrambi Delos Digital).
 
SPARTACO: E quella che devi ancora scrivere?
 
Forlani: Ecco, appunto: la devo ancora scrivere!
 
SPARTACO: Altro aspetto importante dei tuoi romanzi sono i personaggi che gli danno vita. Per un protagonista saresti disposto a sacrificare parte della trama?
 
Forlani: Trama, idee e i contenuti di una storia sono ciò che mi interessa. Personaggi, comprimari e protagonisti sono maschere che l’autore indossa per raccontarla.
 
SPARTACO: Parliamo di steampunk, genere letterario, e non solo, che negli ultimi anni si sta affacciando al grande pubblico. Prima di tutto, cos’è lo steampunk?
 
Forlani: Non sono uno storico o studioso della materia: è una domanda da rivolgere a Marco Cera, Marco “Duca di Baionette” Carrara, Augusto Chiarle, Riccardo Praz e gli autori e appassionati seriamente competenti di questo genere. A me basta ci siano dirigibili, folgori, automi, mustacchi favoriti, nubi di vapore, pratiche negromantiche, ottentotti con zagaglie e rovine atlantidee e che il tè venga servito alle cinque. Dove andremmo a finire, altrimenti?!
 
SPARTACO: Qual è la parte più divertente di essere un’artista stempunk?
 
Forlani: La più divertente è che ti credano un artista.
 
SPARTACO: La provincia italiana è molto presente nei tuoi romanzi. Quanto si può attingere da essa
 
Forlani: Non basterebbero tutti i romanzi di tutti gli autori italiani “di genere” a esaurire la materia che si trova nella provincia.
 
SPARTACO: Meglio ambientare un romanzo a New York o in un paesino della costa adriatica?
 
Forlani: Se avete un editore quale quello di Robert Stevenson, che finanziò una crociera attorno al mondo per permettergli di scrivere Il Signore di Ballantrae; o una dacia a Borodino come quella di Tolstoj ove risiedere per settimane per descrivere la battaglia, o se avete l’abilità di illusionista di Emilio Salgari, che raccontava Caraibi e jungle viste soltanto su qualche atlante (o su Google) ambientatelo a New York. Ma evitate l’Adriatico da “romanzo sui cazzi miei”.
 
SPARTACO: Lunedì 17 e martedì 18 aprile sarai la guest di Minuti Contati che si appresta a tagliare il traguardo della centesima edizione. Stupirai gli utenti con i tuoi temi?
 
Forlani: Uno scrittore non si dovrebbe stupire mai. Nihil humani mihi alienum puto.
 
SPARTACO: Di racconti te ne intendi. Secondo te, cosa non deve mancare in uno scritto breve?
 
Forlani: Un buon ritmo, un buon uso dello show don’t tell, un montaggio delle scene quasi cinematografico, un finale d’effetto e il saper cogliere il più efficace, utile, limitato intervallo di tempo degli eventi che raccontiamo. Prima, dopo, attorno alle nostre storie esistono universi cui noi stessi e il lettore non possiamo sapere tutto: i pochissimi elementi che mostriamo nel racconto devono illuderci dell’ellissi di molti secoli e interi mondi.
 
SPARTACO: Che differenza c’è tra il programmare un racconto e un romanzo?
 
Forlani: Scendere in pantofole al tabacchi sottocasa perché accidenti è finito il sale; trascorrere una domenica in un negozio dell’Ikea.
 
SPARTACO: Da giudice, cosa cercherai nei racconti che dovrai valutare?
 
Forlani: Interessano più i colpi di scena delle parole che non i colpi di scena dei fatti (Gesualdo Bufalino).
 
SPARTACO: Si possono creare storie indimenticabili in 3000 battute?
 
Forlani: Un solo verso meraviglioso di Yeats per descrivere l’Inferno: “a deep horror of eyes and of wings”; 34 caratteri.
 
SPARTACO: Siamo arrivati alla fine dell’intervista. È stato un piacere averti qui e lo sarà ancora di più ospitare sul nostro forum la Forlani Edition, novantottesima di Minuti Contati. A nome di tutto lo staff ti ringrazio per il tempo che ci stai dedicando e ti faccio l’imbocca al lupo per i tuoi progetti.
 
Forlani: Grazie a voi. Crepi il licantropo, Fenrir e il Metalupo!

(dal sito di Minuti Contati)

Alessandro Forlani

sedicente scrittore, è nato negli anni '70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e millenni a venire. Nerd, negromante, roleplayer e autore "difficile" di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, cinema e scrittura; di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto guarda film, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere in questo modo.

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